La guarigione che non ti aspetti
Quella che l'Universo ha pensato per te
“Se sei fortunato, la tua guarigione arriverà nel modo in cui avevi sperato. Se sei veramente fortunato, la tua guarigione arriverà in un modo che non avresti mai sognato – uno che l’Universo aveva proprio in mente per te …” (cit.)
Questa frase di Eric Pearl mi è sempre piaciuta perché in sé racchiude la genesi del cambiamento.
Quando si parla di guarigione in ambito olistico non si intende solo il cambiamento da uno stato di malattia ad uno di salute, ma anche da una fase di “letargo” dell’anima a una di “risveglio”, ed è una metamorfosi che ha un tempo per maturare ed un altro tempo per esprimersi completamente.
Se la guarigione ti arriva nel modo che ti aspetti per l’ego sarà un’altra occasione per rimanere ancorato ai suoi limiti e per procrastinare l’evoluzione. Al contrario se giunge in un modo imprevedibile, questo ti costringerà a sviluppare abilità al di fuori dei tuoi schemi mentali perché quell’avvenimento sarà il tuo trampolino di lancio, ciò che ti serve per imparare a volare.
Descritta così l’idea è allettante, invece la realtà ci fa molta paura. Più abbiamo vissuto dentro modelli preconfezionati, che si tratti di lavoro, di relazioni e di qualsiasi altra cosa, più siamo vulnerabili di fronte all’imprevisto.
Essere performanti nel cambiamento significa essere provvisti di neuro-plasticità, saper vedere le prospettive che si aprono di fronte ad una situazione non prevista. Significa riflettere e prendere (o costruire) una nuova strada, anziché cadere nel burrone per mancanza di alternative. E questo lo si può fare solo se qualcuno ci ha insegnato a farlo.
Il discorso fila liscio no?!? Bello, liscio e razionale. La maggior parte dei cosiddetti “formatori” si fermerebbe qui. Ma siccome non stiamo parlando di formazione ma di vita umana, dobbiamo aggiungere un altro tassello fondamentale, che dà sapore e colore all’esistenza.
Il tutto prende forma e si illumina di luce nuova se aggiungiamo una nuova idea, in questo caso una nuova emozione: quanto Amore potrebbe nascere nel nostro personalissimo processo di consapevolezza? Perché più Amore c’è nella crescita, e più tutto risulta facile e gioioso. La fatica e la preoccupazione si sciolgono e la vita diventa una celebrazione della bellezza.
L’essere umano è innanzitutto intriso di emozioni e noi, nella nostra vita, queste emozioni le vogliamo, le pretendiamo con tutta la nostra anima, che lo riconosciamo o meno. Non ci piace il vuoto, rifiutiamo la dimenticanza. Vogliamo esserci e lo vogliamo al 100%.
Se ci troviamo ad un punto morto, dove tutto sembra essere buio e dove nulla e nessuno può aiutarci, allora dobbiamo avere un diversivo che ci aiuti ad uscire con grazia dalla nostra zona di comfort. Stiamo parlando della nostra vita e della nostra gioia. Non possiamo fare finta di niente, lamentarci o piangere. Dovremmo essere disposti a fare qualcosa di diverso, a orientarci in direzioni finora inesplorate. Un problema non viene mai risolto dallo stesso stato di consapevolezza che l’ha creato.
Se si è immobilizzati dal dolore, il cuore è chiuso e siamo in assenza di soluzioni bastano un’emozione, un pensiero e un’azione per trasformare noi stessi in soluzione. Pensare che c’è il sistema per farlo, cominciare a sentire fortemente che lì fuori c’è qualcuno che l’ha già fatto prima di noi, e poi iniziare a individuare chi può aiutarci … questa è la scintilla che accende la trasformazione: magicamente si iniziano ad incontrare persone nuove, idee diverse, nuovi stati di gioia e di consapevolezza.
L’Amore è l’ingrediente, l’Intelligenza Cognitiva è il cuoco che con mani sapienti e con ordine realizza, L’Universo è il cameriere.
E tu sei al tavolo in attesa di gustare la tua Vita. Se chiami il cameriere qualcosa inizierà ad arrivare, ma ti porterà esattamente ciò che sei pronto ad accogliere. Perché in questa equazione tu sei anche l’ingrediente e il cuoco.
Non è Master Chef, è l’umana esistenza. Qui non c’è competizione, c’è Gioia e Amore o l’esatto contrario.
Buon Vita, buon divertimento, buon cambiamento! (e se vuoi buona cena).
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P.S: Rileggendo questo articolo mi sono accorto che ha due velocità. Ad un certo punto c’è un cambio di ritmo e di argomentazione, più o meno come nel film “Dal Tramonto all’Alba” di Robert Rodríguez, ma non così truce.
Non l’avevo pensato in questi termini, ma così è venuto e non mi dispiace poi così tanto. È strano, è diverso, forse è un’idea che ha preso una forma imprevista, lo trovo stranamente entusiasmante.
Insomma, spero piaccia com’è piaciuto a me 😊
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