In che modo l’anima sceglie dove incarnarsi?
La gioia come motivazione
Lavorando seriamente sulla nostra missione animica, ci permettiamo di toccare parti molto intime e profonde di noi stessi e della nostra infanzia, ed è per questo che è importante rimanere focalizzati verso lo scopo più alto, non dimenticando mai che stiamo sostenendo un percorso evolutivo e spirituale, non meramente psicologico.
Il più grande lavoro spirituale che possiamo fare su noi stessi è quello sulle emozioni.
Perché ci siamo trovati a incarnarci in una situazione più o meno complessa?
Sicuramente abbiamo già sentito che siamo NOI a scegliere la nostra famiglia. Ma come avviene questa decisione?
La nostra anima, prima di incarnarsi sa già perfettamente quali sono le virtù mancanti, le esperienze che le servono per elevarsi e gli insegnamenti spirituali che deve ancora assimilare. Questo passaggio è particolarmente importante perché alcuni sostengono che l’anima decida di fare esperienze anche negative (come essere povero, rifiutato, malato, ecc…) e quindi la persona va lasciata in quello stato perché è stata una sua scelta e non bisogna interferire con il suo libero arbitrio.
Questo è un preconcetto erroneo, perché l’anima è sempre e solo motivata dalla gioia, mai dalla sofferenza. Per esempio un’esperienza molto limitante può servirle per sperimentare che ci sono persone disposte a dare il loro aiuto, che c’è amore nel mondo, che nella vita c’è sempre la possibilità di risollevarsi, e così via. Le situazioni limitanti o che creano forte sofferenza vengono calamitate perché determinate dal nostro sistema di convinzioni oltre che dal karma (legge di causa-effetto, NO punizione !!!); è sempre necessario ricordare di incarnazione in incarnazione ci portiamo manteniamo la nostra mente, e quindi il sistema di convinzioni conscio ed inconscio.
La discesa sulla Terra, secondo quanto espresso da Vianna Stibal del Theta Healing, parte dal Quinto Piano di Esistenza, dove facciamo parte di una famiglia d’anime e sappiamo che i membri di questo clan amano ritrovarsi nel Terzo Piano per condividere il viaggio e per sostenersi a vicenda.
Per scendere sul piano terrestre abbiamo bisogno di un varco che ci porti esattamente dove abbiamo scelto di stare. Questo speciale varco-spazio temporale si concretizza con la scelta di una famiglia terrena di approdo, in base ai criteri spiegati precedentemente.
Quando l’anima dal Quinto Piano inizia a scendere, la prima energia che incontrerà sarà quella del campo morfico terrestre, in particolare quello della zona scelta (quello dell’Italia sarà diverso da quello della Namibia, per esempio), sentendo l’energia psichica lasciata da tutti gli esseri umani che lì abitano o hanno abitato. Poi entrerà in un grembo materno e da qui la connessione sia con il genoma di famiglia, che con i pensieri e le emozioni sia della madre che del padre; il periodo pre-natale infatti è già una fase molto importante di apprendimento. Poi ci sono la nascita e i primi anni vita, tutta l’infanzia ecc, che saranno momenti altrettanto determinanti per la crescita di quell’anima in un corpo umano.
“L’anima sceglierà una zona specifica di un pianeta, una famiglia, un corpo e i successivi incontri, perché perfettamente funzionali alla sua evoluzione, al suo sistema di convinzioni (al momento della scelta), alle virtù da apprendere, agli insegnamenti da ricevere. E in questo la sua unica motivazione è la gioia, ovvero scoprire la gioia e aiutare gli altri a trovarla.”
Se il nucleo familiare di approdo è stato disarmonico, questo essere umano per alleggerirsi dovrà, raggiunta la fase adulta, riprendere in mano la prima parte della propria vita andando a guarire gli irrisolti, le emozioni rimaste congelate, cambiare le convinzioni limitanti registrate, creando così nuovi circuiti neuronali. E mentre sarà occupato a intraprendere questa pulizia, si troverà a confrontarsi anche con altri programmi cha ha ereditato su altri 3 livelli: genetico, storico e animico.
Mentre prosegue il nostro cammino evolutivo, quindi, dovremmo sempre ricordare che questo lavoro ci serve per perfezionare la macchina biologica presente su questo piano terreno, mantenendo al tempo stesso il focus più alto per seguire i nostri Tempismi Divini e imparare a vivere sempre nella gioia più alta.
Tutti i grandi saggi affermano che il transito terrestre è un’illusione, ma può essere un bel sogno oppure un incubo, ed è solo una nostra responsabilità quello di trasformarlo in una dimensione piena di bellezza.
Ci sono due principi universalmente validi sia spiegano bene sia il lavoro sulla parte umana, sia un processo di alchimia spirituale:
- La patologia c’è finché l’amore non passa
- Fino a quando non si sono guarite le proprie ferite interiori, la spiritualità è cura. Quando sono sanate la spiritualità è evoluzione
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